SERIE: POLITOYS G 1:24 / MG 1:66

SERIE: POLITOYS G 1:24 / MG 1:66


MODELLI SERIE POLITOYS-G SCALA 1:24 ANNO DI PRODUZIONE 1970 – 1974 MODELLI REALIZZATI IN METALLO ZAMAC / SERIE MG SCALA 1:66 ANNO DI PRODUZIONE 1974 – 1976

Dalla policroma scatola un pazzo GO-BUG.

Una fantastica scatola, una scatola così bella che sarebbe un .. delitto incartarla, imprigionarla in un pur allegro involucro. Da qualsiasi parte la si guardi, questa scatola racconta una fiabesca storia colorata e su tutti i lati c’è scritto GO-BUG POLITOYS.

GO-BUG: un nome secco, preciso, nervoso, che ben si adatta a una macchina con tanta voglia di correre, di frenare, di ripartire, di vivere meravigliose avventure nei più bei paesi, nelle terre più lontane insieme con il suo inseparabile autista.

Apriamo la scatola con impaziente delicatezza, ed ecco apparire in tutto il suo fulgore il GO-BUG. Che strampalata, ma simpaticissima auto! I suoi tratti “somatici” rivelano l’inconfondibile, seppur lontana, origine: quella dell’intramontabile Maggiolino Volkswagen, ma la carrozzeria è diventatapiù tonda, le ruote sono diventate un po’ più “cicciottelle” anzi, specie quelle posteriori, sono di sezione stratosferica, i parafanghi giganteschi, il motore prontissimo e ruggente.

Con GO-BUG e il suo pazzo pilota si può uscire di pista e giù all’impazzata per prati, boschi, torrenti, e arrivare al traguardo parecchio prima degli altri.

Si ragazzi, GO BUG è fatta così, appena si vede questa auto se ne rimane incantati, poi la si vuole e, una volta tra le mani, si decide di non cambiarla più. GO-BUG è POLITOYS.

Così era l’introduzione al magico mondo della Serie G Politoys.  Più propriamente denominata la serie GADGET.

Gadgets che all’epoca era una parola nuova (siamo nel 1970), diventa qualcosa in più di un semplice giocattolo strano, quale doveva essere. Diventa un’icona dei favolosi anni 70: gli anni hyppie, gli anni delle libertà, gli anni dell’economica crescente a due digit l’anno, gli anni che precederanno gli anni 80. Gli anni in cui gli italiani costruivano ancora, se ne fregavano dell’Europa e del mondo intero.  Gli anni dei Giochi senza frontiere, che poi molto dopo ci porteranno a scoprire che forse non avremmo dovuto partecipare..

Più semplicemente gli anni del bOOm.

In questo favoloso contesto, imperava nella società Polistil, il desiderio di espandere l’espandibile. Invadere più mercati possibili in tutto il mondo.  Nasce in questo periodo la serie Gadget. Una serie stranissima. Dove per la prima volta, porta i collezionisti “seri” ad arricciare il naso. Ma i bambini furbi lo capiscono immediatamente, e immediatamente ci giocano. Questi erano degli autentici mostri di ferro pesante.

Su licenza Revell,  Polistil ha intrapreso la fabbricazione in lega zama pressofusa dei modelli prodotti in scatola di montaggio dalla casa americana. La prima Politoys Gadgets è stata battezzata Go-Bug ed intorno ad essa è stata inventata una ingenua storiella. La seconda Politoys Gadgets si chiama Kaputt Buggy ed anche introno a lei è stata collocata un’altra simpatica storia. Un piccolo mondo di favole per far vivere dei modelli fantastici, irreali, ingenui, colorati, felici di essere diversi

La Serie G è una serie che comprendeva alcune importanti caricature di auto prodotte negli anni 70, realizzate in metallo, pesantissime e molto particolari sono le gomme di questi spettacolari mezzi. La serie fu realizzata in scala 1/24.

Il primo modello omaggia la macchina europea per eccellenza: la Vokswagen Beetle o Kafer o la Coccinelle o Maggiolino a dir si voglia. Non a caso in Polistil scelgono il colosso di Wolfsburg. La città dell’auto per eccellenza. L’auto del popolo che ha dominato l’Europa per molti decenni, per simpatia, adattabilità e potenza.

Escono G1 Go Bug e G2 Kaputt Buggy (diciture in tedesco non proprio a caso). Il primo è una caricatura di VW Kafer, senza paraurti, fari pronunciati, specchietto retrovisore, tubo di scappamento “invadente”. Alla guida un simpatico signore anni 70 con tanto di basette e occhiali da sole. La seconda è Dune Buggy alias Meyers Manx carrozzata VW cabrio con parabrezza sporgente, doppi scarichi pronunciati, fari rotondi sportivi. Alla guida un signore con nasone, baffi e barba e capelli rossi e occhi azzurri.

Il terzo modello G3, rompe gli schemi.  L’auto di Stanlio e Ollio. Diciamo pure che non c’entra nulla, ma riscuote sin da subito un discreto successo, soprattutto nei paesi anglosassoni.  I due attori comici sulla classica Ford T nera.

Il quarto e ultimo modello della serie G Politoys è il G4 Citron (Citroen??) Le Cheri Bug, dedicata al modello della Ami 8. Molto francese ovviamente.  Modello con la presenza dei doppi paraurti, del tettuccio apribile, con antenna radio. Alla guida un messieu dal basco francese tipo Marsiglia.

Le scatole che le contenevano sono delle vere opere d’arte con la base che fungeva anche da espositore.

Complessivamente la Serie G – Gadget, considerando anche il solo modello edito come Polistil (G5), escluso il G3 Stanlio e Ollio, rappresenta un vero inno agli anni 70. Le scatole dei modelli sono delle vere opere d’arte contemporanea. I colori e i disegni rappresentanto la cultura hyppie lisergica del periodo Beatlesiano di Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band e Yellow Submarine.  Niente da aggiungere. Capolavori senza fine.  

Ancora una volta l’Azienda Polistil ha centrato l’obiettivo! Stupire e divertire.

Infine, tra la seconda metà del 73 e i primi mesi del 74, in pieno cambio assetto societario, si lavora sulla mini serie Gadget, denominata per l’appunto “MG”. Piccole caricature di auto in scatoline di cartone colorato in una scala approssimativa di 1/55-1/66. Progettati nel secondo semestre del 1973, escono a gennaio 1974 ancora marchiati POLITOYS. Le bellissime scatoline dei piccoli capolavori cubici che riportano per la prima volta la scritta POLISTIL e il rimando al vecchio codice POLITOYS.  Escono i primi 6 modelli. I restanti usciranno nel 1976 marchiati POLISTIL con scatolina rettangolare e fondini in plastica.

(*) Alcuni modelli della Serie MG hanno il fondino marchiato "DES PEND 1974".  Significa: "in attesa di approvazione". Dal'inglese "DES.PAT.PEND" after submitting a patent application to let people know thet it was eaiting for approval. Questo indica che il modello è stato prodotto durante un periodo aziendale transitorio. Guarda caso è il 1974, l'anno del cambiamento del brand daPolitoys a Polistil.  Ringraziamo il collezionista e nostro fan, Robertino Salemi che ci ha posto la domanda stuzzicando le nostre ricerche.

NOTA:

Nella Milano ricca e gioiosa dei primi anni 70 c’era un giornale che si chiamava “La Notte“. Era un giornale particolare “La Notte” perché usciva in due edizioni, una pomeridiana e l’altra mattutina. Wikipedia ci ricorda che una peculiarità dell’edizione pomeridiana era quella di riportare i valori del listino della borsa e di dare indicazioni ai lettori sul come divertirsi la sera.

Erano ovviamente altri tempi, tempi in cui non c’era il precariato, l’asfissia monetaria, il debito pubblico, la disoccupazione e soprattutto l’euro. Chi aveva investito in borsa era ansioso di verificare i propri guadagni. Chi voleva passare una allegra serata (ed erano in tanti) aveva il problema della scelta del luogo in cui andare. In un periodo siffatto, La Notte è arrivata a diffondere ben 250.000 copie, delle quali 80.000 nella sola Milano.

Poi verso la metà degli anni settanta con l’avvento delle prime tv private – ci spiega sempre Wikipedia – la tiratura ha cominciato a declinare. Dalle 250.000 copie del periodo di massima diffusione si è scesi a circa 50.000. Nel 1982 la proprietà dall’industriale Carlo Pesenti è passata ad Alberto Rusconi e, nell’estate del 1993, a Paolo Berlusconi, che però ha cessato del tutto le pubblicazioni nel 1995. Un tentativo di riportarlo in edicola viene effettuato nel 1997, ma dura solo pochi mesi. Poi altri tentativi di riportare in vita la testata anche online ma nulla di fatto.

Nei primi anni 70, c’è un concorso indetto dalla testata giornalistica in collaborazione con Polistil. Il concocorso prende il nome di “Junior Reporter” e invita i bambini furbi a lavorare su alcuni temi didattici per sviluppare le prime capacità di cronaca, di fantasia e di letteratura giovanile allo scopo di divulgare e far nascere cultura.

Una società dovrebbe sempre aiutare le giovani menti ad evolvere – NDR
Alla fine del concorso vi sono le premiazioni dei migliori lavori presentati alla commissione. Ai vincitori vengono dati premi Polistil.

Esistono alcuni modelli, dichiaratamente rari, che furono messi in palio nel concorso Junior Reporter-Polistil. Abbiamo la certezza che il modello G1 Go Bug e il modello G4 Citron Le Cheri  Bug furono dati in premio ai vincitori per categoria (forse di età?).  Si ha informazione che ne siano stati distribuiti un quantitativo estremamente limitato: 99.

Questi modelli rispetto a quelli tradizionali, differiscono per alcune personalizzazioni grafiche; per la fascetta riposta sulla base in plastica che riporta la dicitura “GRAN PREMIO LA NOTTE” in nero su sfondo bianco, e da un adesivo circolare posto ai lati al centro della portiera che riporta la sagoma di un bambinello con vestitito a righe verticali e tanto di macchina fotografica appesa al collo, la scritta superiore in rosso sfondo nero “JUNIOR REPORTER” e il mitico marchio Polistil posizionato alla base sulla dx rispetto all’omino. Sempre sull’anteriore è riposta la targa in carta con la scritta del giornale LA NOTTE.

Oggi due esemplari grazie al nostro sito sono qui,sani e salvi, a raccontarci la loro storia per i posteri.

>>> Clicca qui se vuoi andare a visitare i modelli della Serie:  QUI

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